Articolo pubblicato su La Nazione di Giovedì 15 Marzo 2018
La goletta Vera Mary in restauro al Valdettaro
di ANNA PUCCI
RE GIORGIO V d’Inghilterra la acquistò nel 1935 per farne dono all’amico Sir Philip Hunloke, suo istruttore di vela, skipper dello yacht reale Britannia e Commodoro del Royal Yacht Squadron. Nei decenni successivi è passata di mano in mano, proprietà di armatori inglesi e francesi, navigando nel Mediterraneo e cambiando nome, prima in Franik II e poi Hawaita.
Adesso Vera Mary, e goletta aurica di 22 metri, sta per tornare agli antichi splendori: riprenderà il mare nel 2019, dopo l’accorta opera di reastauro affidata a Valdettaro, storico cantiere delle
Grazie guidato da Ugo Vanelo. La commessa è stata acquisita nell’ottobre 2017, anno del centenario per il cantiere. Le maestranze sono già al lavoro su questo gioiello varato nel 1932 nel cantiere
inglese Berthon Boat Company di Lymington, su progetto di J.M. Soper: fu costruita in soli sei mesi per l’industriale Mervyn Hamilton-Fletcher, membro del Royal Yacht Squadron di Cowes, che la chiamò col nome della moglie.
VERA MARY – spiega il cantiere Valdettaro – ha subito un primo esteso refitting all’inizio degli anni Novanta, nel cantiere inglese Hamble Yacht Service. Per questo secondo intervento è stata trasferita, alcuni mesi fa, alle Grazie dalla Germania, dove erano stati già eseguiti alcuni lavori. Alle Grazie, sotto il coordinamento del capo cantiere Davide Gazzarini, si proceduto alla rinvergatura delle tavole del fasciame in legno di teak per l’opera morta e pitch pine per l’opera viva, impiegando oltre 900 metri di listelli in teak opportunamente sagomati e inseriti tra un corso di fasciame e l’altro.
Risanati inoltre alcuni bagli della tuga in teak. Nei prossimi mesi si procederà al ripristino degli arredi interni, parzialmente recuperati e riassemblati accanto allo scafo, e alla posa della nuova coperta in doghe di teak. All’opera anche l’ebanista Daniele Pollastro.
AL CANTIERE Valdettaro sono in corso anche altre attività, tra cui il restauro degli alberi di Sylvia: un ketch bermudiano di 36 metri, progettato e varato nel 1925 dal cantiere inglese Camper & Nicholsons. I maestri d’ascia Michele e Andrea Balistreri, padre e figlio, stanno intervenendo con martello e scalpello sull’albero di maestra realizzato in legno di douglas con sezione ‘a goccia’ e
lungo 42 metri. In rimessaggio altre barche storiche, sottoposte a diverse tipologie di interventi, tra cui Astra, storico J-Class di 35 metri costruito nel 1928 dal cantiere Camper & Nicholsons; Marida, un Sangermani di 13,5 metri del 1959, e Coppelia, sloop bermudiano di 9,50 metri costruito da Newman & Sons nel 1951.