Una spinta “salmastra” verso il futuro

Venerdì 7 febbraio è stato pubblicato una articolo su La Nazione, a cura di Marco Ursano su la cronaca di La Spezia, che racconta il nostro lavoro.


Una spinta “salmastra” verso il futuro

Vanelo e il gruppo Valdettaro: coi piedi nella tradizione e lo sguardo che va oltre

«LA SPINTA per il futuro deve arrivare dal mare». Per Ugo Vanelo, a capo del gruppo Valdettaro, non è uno slogan abusato, ma una frase che significa etica, lavoro e impresa quotidiani. Quattro insediamenti alla Spezia: Marina di Fezzano, Le Grazie, Canaletti in darsena Pagliari e l’unità locale a Melara. Altri due a Massa e Carrara, Valdettaro Shipyard e Valdettaro Navi, gestiti dai fratelli Filippo e Andrea, con la supervisione del padre Giorgio. Un piccolo, grande impero della nautica, con un’articolazione di proposte unica e a 360 gradi: costruzione, vendita, ormeggio, noleggio e rimessaggio. Un “pacchetto” che ha garantito al gruppo, assieme alla continua ricerca della qualità, di resistere alla crisi del settore e di rilanciarsi come uno dei soggetti più competitivi in un mercato ormai in ripresa. «Credo nelle persone, nel rapporto di motivazione reciproca che s’instaura tra imprenditore e collaboratore — dice Vanelo —. Il nostro è un lavoro basato su dinamismo imprenditoriale e su alta artigianalità, sulla capacità dei nostri maestri d’ascia.

Ugo Vanelo con il maestro d’ascia Marco Arfanotti.

Ugo Vanelo con il maestro d’ascia Marco Arfanotti.

 La sinergia tra i diversi cantieri e non avere carichi di oneri finanziari ci hanno permesso di attuare investimenti oculati. Offriamo ai nostri clienti un ventaglio incredibile, dal rimessaggio del gozzo a quello per una nave di 40 metri». In un contesto aziendale favorevole, i cinque maestri d’ascia che lavorano per Vanelo, in totale il gruppo conta un centinaio di dipendenti, hanno mantenuto e valorizzato le loro caratteristiche di “artigiani rinascimentali” portatori di una sapienza consolidata, frutto del mix tra esperienza, manualità, conoscenze tecniche, sensibilità e creatività. Come Marco Arfanotti, figura storica della nautica spezzina, attualmente in forze all’unità di Melara, il capannone di 11mila metri quadrati  ex magazzino San Giorgio, che ospita un centinaio di barche — tra le quali diverse di big della finanza, della moda e dello spettacolo — per lavori di rimessaggio, restauri, refitting. E come Nicholas e Roberto Canaletti, i due maestri d’ascia che nel 2009 hanno ceduto a Vanelo il loro omonimo e storico cantiere che ha sede nella Darsena di Pagliari, rimanendo a lavorare nel gruppo come dipendenti. «La Darsena di Pagliari è un esempio di soldi pubblici spesi bene—sottolinea Vanelo —. Ci sono dieci aziende consorziate, in maggioranza spezzine, che collaborano in maniera attiva in risorse umane, informazioni, servizi.

Anche se lo spazio è poco, possiamo dire che, insieme alle altre esperienze di eccellenza del territorio, sta finalmente nascendo il polo spezzino della nautica». I punti focali della strategia del gruppo Valdettaro sono proprio la capacità di creare sinergie e la convivenza armonica tra due mondi, quello dell’innovazione e della tecnologia assieme alle suggestioni e l’eleganza della tradizione marinara più nobile. 

I due cantieri di Massa, leader nelle lavorazioni in vetroresina, acciaio e alluminio, vantano collaborazioni  con marchi di prestigio come San Lorenzo e Azimuth; lo storico cantiere Valdettaro delle Grazie,  dove trovano ricovero e nuovo maquillage le signore del mare, le barche d’epoca, è uno dei pochi cantieri al mondo capace di costruire grandi alberi di legno. «La nautica è trainante per l’economia del mare, con ricadute importanti su gli altri settori economici — ribadisce Vanelo —. La nautica sociale è giusta e necessaria, e va dotata di servizi e ormeggi, ma il settore può ripartire se si mette a sistema la grande nautica con il turismo di qualità. Dopo la crisi, provocata dalla congiuntura finanziaria mondiale e da leggi stupide di una politica scellerata che ha sempre considerato l’armatore come un evasore, oggi vediamo segnali di ripresa e la nostra città dispone di realtà importanti che vanno valorizzate. In questo momento Spezia, per la qualità delle sue aziende e la posizione baricentrica rispetto alla logistica e ai flussi turistici dal Nord, può aspirare a essere il gotha della nautica. Ma sono necessarie capacità e serietà di tutti gli attori del territorio».

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